LA TECNOLOGIA, OPPORTUNITA’ E RISCHI DI UN FUTURO CHE E’ GIA’ INIZIATO.

I maggiori media mondiali hanno reso noto in questo inizio del 2018, che circa l’ 80% dell’attuale materiale informatico esistente è “bucato” ovvero che Hacker  anche non eccezionalmente esperti  sono in grado di carpirne almeno in parte le informazioni contenute anche via browser con dei semplici Javascript.

I maggiori produttori di microprocessori mondiali  Intel,  Amd e Arm stanno correndo ai ripari ma già si sa che le correzioni non risolveranno fino in fondo il problema e comunque  rallenteranno  l’elaborazione  in alcuni casi fino al 30%.

Uno scandalo nello scandalo, sta anche  nel fatto  che i produttori sapevano da tempo della falla ma per proteggere i propri interessi l’avevano tenuta segreta e senza incorrere in alcuna violazione di legge, cosa che già di per se fa riflettere.

Uno dei pochi casi emersi , tra i molti che non conosceremo  mai , è quello del  Ceo di Intel , Brian Krzanich, che nel novembre scorso ha venduto azioni di Intel per 24 milioni di dollari che all’epoca, come altri interni alle aziende produttrici,  era a conoscenza della falla.

Il “buco” che non si limita potenzialmente al solo furto di dati ma anche alla possibilità di impartire istruzioni,  non interessa solo i computer con i principali sistemi operativi Apple, Linux e Microsoft, ma anche i telefonini e tutti i dispositivi con processori prodotti recentemente,  tra cui sistemi di videosorveglianza, antifurto, elettrodomestici  e anche diverse auto e veicoli di ultima generazione.

La falla si potrebbe prestare quindi non solo al furto di dati ma anche all’esecuzione di veri e propri attacchi terroristici o azioni atte a  danneggiare specifiche persone, anche se questa seconda possibilità richiede in effetti un livello di competenza e una disponibilità di mezzi molto superiore , quale forse solo i governi  o grosse multinazionali possono mettere in campo.

Al di la dei tecnicismi, oggi  urge una riflessione che ci coinvolge tutti.

Più il mondo è tecnologico e interconnesso e più, in un modo o in un altro, qualcuno ha modi di accedere a dati riservati di qualcun altro. Più  “qualcuno” ha disponibilità economica e più aumentano le sue possibilità di accedere ai fatti altrui. Questo inevitabilmente si trasforma in “potere” di qualcuno su qualcun altro. Siccome quella che più si sta impoverendo e la classe media , ne consegue che questa è la più “spiata” da tutti gli altri.

Un altro dilemma sta nel fatto che non si ha nessuna garanzia che questo “potere” sarà esercitato da chi lo detiene  a favore del “bene comune” , anzi molto sospettano che sarà utilizzato principalmente per  aumentare ancora il predominio di alcuni su altri.

Andiamo quindi lentamente  verso un nuovo tipo di totalitarismo tecnologico?  Difficile dirlo, certo però che il rischio è reale ed è proprio per contrastarlo che sono nate nuove teorie economiche e sociali come quella del “Bene comune” già conosciuta da molti come “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza”.

Il passo successivo del ragionamento, amici che state leggendo, vorrei che lo aggiungeste voi nei commenti che potete liberamente fare a questo breve articolo che vuole stimolare un quantomai necessario processo di “intelligenza collettiva”.

Un augurio di buon anno a tutti noi.

Ermanno Cavallini

8 risposte a “LA TECNOLOGIA, OPPORTUNITA’ E RISCHI DI UN FUTURO CHE E’ GIA’ INIZIATO.”

  1. Un momento.
    C’è meno privacy, ok, ma mi pare normale quando i link aumentano e il “villaggio diventa globale”. Si può tener nascosto qualcosa in un villaggio?
    Il potere dell’informazione non è forse intimamente legato a quanto la si vuole tener segreta? Se il problema fosse risolto semplicemente dalla cultura dell’apertura? Si parla di solidarietà sociale, perchè la solidarietà informativa deve esserne fuori? Oggi la parte materiale vale meno, ghettizziamo la solidarietà umana?

    1. Penso che a lungo termine in effetti succederà quello che anche tu prospetti Alberto, per il semplice motivo che una vera privacy sarà sempre più difficile da mantenere, soprattutto verso grosse organizzazioni o anche privati dotati di grande capacità di spesa. In una prima fase sicuramente la privacy esisterà effettivamente solo tra persone comuni, ma quando queste ne diventeranno consapevoli ( e qui i tempi sono incerti), io spero che pretenderanno una abolizione di una privacy che alla fine avvantaggia solo i ricchissimi e i potenti. Ma questo è un tale cambiamento culturale da richiedere tempo e impegno senza precedenti, e che per “effetto domino” cambierà anche molti altri aspetti della nostra odierna cultura.

  2. Sicuramente “i molti” ignorano questo pericolo (come me ad esempio) e non sanno come comportarsi né al momento degli acquisti, né durante l’uso e né come fare per abbassare il livello di vulnerabilità, senza ricorrere ad ulteriori spese per nuovi acquisti consapevoli o per consulenze mirate. Come consigli di fare per allargare il più possibile questa conoscenza/difesa ?

    1. Il mio è solo un parere personale Giorgio, per cui ti consiglio caldamente di rivolgerti anche a degli specialisti della sicurezza informatica, ma comunque cercherei di non rendere troppo stretta la nostra dipendenza dagli ausili informatici. Tenendo sempre ben presente che qualunque informazione affidiamo a strumenti tecnologici, con le opportune strumentazioni e competenze, possono essere usate potenzialmente contro di noi. Il che non vuol dire ovviamente non usare la tecnologia ma usarla senza affidarvisi del tutto e essere disposti a un grado di trasparenza superiore al passato.

  3. Sono uno studioso di Jonas sulla morale della responsabilità dell’uomo tecnologico, che avrebbe il potere di fare esplodere il pianeta, etica nuova e diversa da quella cristiana o kantiana indifferente alle azione e alle conseguenze di essa al futuro dell’uomo. Quindi ritrovo molti punti in comune e vorrei che ,invece di trascinare un decrepito dibattito sulla morale ormai antica, parlare del principio di responsabilità delle azioni e delle conseguenze materiali di esse per la sopravvivenza . Grazie e ciao

    1. Bentrovato Valentino, in effetti trovo la tematica da te proposta molto stimolante ed anche opportuna, è innegabile che oggi l’uomo a differenza di anche solo cento anni fa ha il potere tecnologico se non di cancellare la vita sulla terra almeno di creare immani cataclismi. Penso al'”inverno nucleare” conseguente all’uso di atomiche su vasta scala , ma anche al proliferare incontrollato di armi biologiche e di altro tipo. tu come sintetizzeresti un quesito da porre in tal senso?

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