Come abbassare le tasse con il “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza”

Grazie alle possibilità di confronto che da la rete, e sempre a caccia di interazione per attivare processi di elaborazione collettiva, mi è giunta una domanda riguardo ad una ipotetica raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che attui i principi proposti nel libro “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” .
La domanda sostanzialmente chiede come un eventuale raccoglitore di firme potrebbe rispondere ad un cittadino medio che gli chieda fino a che punto e quanto gli converrebbe una simile proposta.
Questa interessante domanda mi ha stimolato ad approfondire gli studi, arrivando perfino a fare una simulazione partendo dagli ultimi dati ufficiali pubblicati dal ministero delle finanze.
Ritengo che lo studio sia d’interesse generale per cui ho deciso di pubblicare la risposta sul sito dell’associazione.

Per prima cosa sono andato a calcolare i valori delle due “valvole di sicurezza” ( reddito di cittadinanza e reddito massimo socialmente sostenibile) in funzione delle varie forbici sociali intorno alla proposta originaria che fu già di Adriano olivetti, intorno al valore di 1:40. Questa tabella ne è il risultato assumendo come prima valvola fissa la soglia di povertà considerata dalla comunità europea di 750 euro mensili.

Questo per dare un idea dell’escursione dei redditi ammessi intorno al parametro centrale proposto dalla nuova teoria economica e sociale, quale la forbice sociale variabile ogni anno in funzione del pareggio di bilancio.
Prendendo come base dati il 2014, di cui al momento sono al meglio riuscito a reperire i dati, e considerando il numero dei contribuenti soggetti ad imposta sulle persone fisiche in Italia, ho provato a generare due tabelle indicative, di cui a sinistra si può leggere come sarebbe applicando la nostra teoria e a destra come in effetti oggi  è ( i valori sono in reddito annuo).
Da precisare che mentre la base dati dei contribuenti è reale, il calcolo del gettito fiscale assume da ambo le parti la semplificazione del calcolo al valore massimo per quella fascia di reddito, cosa che in realtà non è, perché per precisione assoluta si dovrebbe conoscere quanto ogni singolo contribuente ha pagato in dettaglio per tutti i gli oltre 40 milioni di italiani considerati, cosa purtroppo impossibile con i limitati mezzi di un foglio di calcolo casalingo.

Comunque ai nostri fini di comparazione dei due sistemi questo parametro è ininfluente perché adottato da ambo le parti, ed è solo per questo che il gettito fiscale totale ad oggi viene più grande del reale, ma le tendenze e gli effetti sul contribuente dei due sistemi rimangono inalterate.

Come esempio di lettura vi invito a verificare in tabella la condizione di un contribuente che stia nella fascia da 15.000 a 20.000 euro che  pagherebbe invece degli attuali 5.400 solo 3.796 , con uno sgravio di 1604 euro.

Tabella di confronto tra sistema attuale e sistema con forbice sociale vincolata a 1:40

Come potete vedere con questa configurazione a parità di entrate per lo stato, ci sarebbe un surplus di diversi miliardi di euro da destinare prima alla prima “valvola di sicurezza” che altri non è che una forma di reddito di cittadinanza, e per l’eccedenza alla diminuzione del debito pubblico che però per vastità di trattazione sarà trattato in un prossimo articolo.

Per il momento possiamo dire che il gettito fiscale in più sarebbe destinato ad una minore emissione di titoli dello stato con conseguenti minori interessi da pagare in futuro e quindi un minor debito pubblico con beneficio per i servizi resi ai cittadini dallo stato.

Ritornando alla nostra simulazione fiscale, se facciamo una nuova simulazione assumendo non più 1:40 ma 1:15 il valore ammissibile della forbice sociale otterremmo:

tabella di confronto tra sistema di tassazione attuale e sistema con forbice sociale vincolata a 1:15

Come si vede a fronte di una riduzione del “reddito massimo socialmente sostenibile” da 360.000 a 135.000 euro annui, la diminuzione delle tasse per la fascia sotto i 70.000 euro lordi  ( giro di boa in entrambi i casi) pur presente non crescerebbe molto per i più svantaggiati.

La formula utilizzata nella simulazione con forbice sociale di 1 a 40 è:

tasse pagate = reddito lordo diviso 96 elevato alla 1,55

mentre invece per la forbice sociale di 1 a 15 è:

tasse pagate = reddito lordo diviso 98,12 elevato alla 1,55

Questo metodo di calcolo delle tasse andrebbe a a sostituire l’attuale sistema a scaglioni rendendo possibile sapere in modo preventivo e senza alcun intermediario quanto si  andrebbe a pagare di tasse per ogni euro di reddito lordo.

Naturalmente ho calcolato anche tutte le formule per i valori di forbici sociali intermedie tra i due casi e anche in eccedenza. Casi che qui non elenco per brevità ma che eventualmente posso fornire a chiunque volesse approfondire gli studi.

Concludendo, posso rispondere alla domanda del mio interlocutore dicendo che quello che ogni cittadino risparmierebbe di tasse è indicato nelle tabelle che ho prodotto e che la convenienza di tassazione è reale  fino alla soglia di 70.000 ero annui, cifra al di sotto della quale sta circa l’ 86, 79% dei contribuenti.

Tuttavia questo esercizio di calcolo mi ha confermato una volta di più che l’aspetto ridistribuivo non è il principale “principio attivo” di questa teoria, che investe forse maggiormente l’aspetto di “retroazione sistemica” che quello meramente economico.
La differente tassazione in realtà è solo una sorta di catalizzatore, un “motorino d’avviamento” pensato per innescare una trasformazione psicologica e culturale assai ampia, che abbraccia tantissimi aspetti del “sistema complesso” in cui viviamo e di cui l’economia è solo una delle tante facce.

Tra queste forse quelle più immediatamente afferrabili sono le motivazioni  verso il bene comune principalmente della classe dirigente , che è poi quella che determina la maggior parte delle decisioni che condizionano l’andamento dell’economia. Ma anche il resto della popolazione ne è ampiamente investita: la diminuzione (ma non la scomparsa) della competizione a favore di una maggiore collaborazione, è pensata per determinare a sua volta una trasformazione dell’immaginario collettivo che dall’essere orientato verso la massima ricchezza dell’individuo possibile, come è oggi,  passerebbe al cercare di tendere, invece, alla massima qualità della vita, concetto in realtà profondamente diverso.

In definitiva, anche da questa ulteriore verifica la teoria del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” esce se possibile ancor più rafforzata e si evidenzia ancora di più l’importanza della sua diffusione, nonché ulteriore e continua elaborazione in una fondamentale ottica di “intelligenza collettiva”.

Ermanno Cavallini

2 risposte a “Come abbassare le tasse con il “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza””

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