LA POLITICA, LE ELEZIONI ED IL “VERO SCOPO” DI COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE

Mentre scrivo ci apprestiamo al voto per scegliere il nuovo governo che dovrà guidare  il nostro paese per i prossimi 5 anni .

In tanti si affannano a sostenere o contrastare  ora questo ora  quel partito o fazione politica, dimenticando che la politica e le sue fazioni dovrebbero essere solo un mezzo per quello che è appunto il “vero scopo”:  costruire un mondo migliore per tutta la popolazione.

Le discussioni in vista delle elezioni,  logicamente, dovrebbero tendere a  quale modello di mondo migliore  sia più opportuno o funzionante, purtroppo questo invece è appena percettibile sullo sfondo, mentre divampano piuttosto le controversie su aspetti personali dei singoli politici del momento, che poco hanno a che fare con il vero scopo delle elezioni.

Quello di cui in troppi non si rendono più conto è che, in realtà, al di là delle fazioni che spesso scadono in campanilismi da clan, si stanno scontrando, in modo parzialmente trasversale  dietro le quinte,  due visioni completamente  opposte  di società verso cui tendere.

Da un lato abbiamo la grande finanza speculativa internazionale che promuove – attraverso un sistema di scatole cinesi, pressioni di lobby e “maggiordomi” vari –  una visione piramidale e verticistica della collettività.

Una visione verticistica dove una piccolissima quantità di presunti “illuminati” governa, attraverso un sistema di caste, un popolo ridotto volutamente in stato di continuo ricatto per garantire la “governabilità” e quindi anche la solvenza degli stati verso i creditori, soprattutto i grandi creditori privati.

Dall’altra abbiamo una visione che si basa sulla crescita culturale dell’intera popolazione, in modo da innescare un processo di “intelligenza collettiva” estremamente potente, legato anche a dinamiche di democrazia diretta o comunque le più orizzontali possibili, che veramente potrebbe determinare una esplosione esponenziale dei beni, servizi e buone relazioni umane  come mai la storia del pianeta ha fino ad oggi conosciuto.

Ma come la storia dell’evoluzione prima biologica e poi culturale insegna, ogni “salto evolutivo” presuppone prima una “crisi distruttiva”, come appunto quella che stiamo sperimentando.

La storia ci insegna che non è affatto scontato che prevalga la scelta migliore, infatti molte specie  e civiltà si sono estinte  o hanno avuto termine.

Se in questo scontro tra titani, in gran parte lontano dall’attenzione del grande pubblico, prevarrà la fazione verticistica probabilmente ci aspetta un nuovo “medioevo tecnologico” .

Uno nuovo “status quo” dove una piccolissima minoranza di “nuovi nobili economici”,  grazie alle nuove tecnologie,  adotterà sempre più  una  “governance” che prevede di tenere, in modo pianificato e scientifico, vaste fasce di ex classe media  impoverita,  in stato di continuo ricatto.

Questo provocherà a sua volta un conseguente crollo della qualità della vita,  prima di tutto per la collettività ma paradossalmente anche per la classe dirigente che, sempre più malata di “tossicodipendenza da potere”,  si troverà a vivere una vita barricata “in perpetuo”, caratterizzata da continuo sospetto e stress per difendersi dalle mosse aggressive l’uno dell’altro e quindi con una qualità molto bassa.

Quella strategia di governance è già in atto e usa come principale strumento la moneta che, accanto alle due positive funzioni storiche di facilitare gli scambi e conservare il valore, affianca purtroppo, oggi, una funzione di “drenaggio di valore” dalle periferie verso i grandi potentati economici,.

Questo è stato reso possibile grazie al fatto che la moneta non viene da tempo più emessa dai governi, ma da istituzioni controllate, attraverso un meccanismo di scatole cinesi, da interessi privati.

La moneta inoltre, non viene più emessa in ” quantità certa”, per il motivo duplice che non ha più alcun sottostante che non sia il fatto che gli stati la accettano in pagamento delle tasse e, soprattutto, a causa della creazione incontrollabile di “moneta scritturale” da parte delle banche private di ogni genere.

Questo fenomeno ha creato la situazione paradossale per cui,  ad oggi, esiste molta più moneta della somma ti tutti i beni e servizi che siano con essa acquistabili !

Questa massa di denaro latente (ferma nel mercato speculativo o nei paradisi fiscali)  diventa un formidabile strumento di impoverimento per la classe media che, messa strategicamente in difficoltà,  svende i suoi averi e spesso purtroppo anche la sua dignità, di fatto trasferendo potere verso i “piani alti” della piramide.

Questo è il futuro che rischiamo e che in parte è già in divenire, ma andiamo a vedere quale altra opportunità invece potrebbe essere colta.

Nell’ipotesi che si superi la attuale “crisi distruttiva” e si possa compiere l’auspicato “salto evolutivo”, una maggiore consapevolezza e partecipazione di tutta la popolazione porterebbe inevitabilmente a capire che il benessere personale non può che realizzarsi come ricaduta del miglior funzionamento dell’intera società.  Questo, a sua volta, porterà ad una diminuzione della competizione e ad un aumento dell’aspetto collaborativo ad ogni livello.

Attraverso una serie di “effetti a catena” questo porterà a mutare, nell’immaginario collettivo, il tossico  obiettivo individuale di raggiungere la massima ricchezza possibile , in quello assai più sano di raggiungere la massima qualità della vita possibile!

La nostra realtà è diventata e sarà sempre più un “sistema complesso” in cui la qualità della vita individuale  dipenderà sempre più,  sia nel bene che nel male,  dal buon funzionamento della collettività.

Una collettività, io spero, tesa a raggiungere il miglior “Bene Comune” inteso, al suo  minimo, come la miglior quantità disponibile per tutti di “Beni, Servizi e Buone relazioni sociali”.

Per favorire questa seconda ipotesi è nata la teoria economica e sociale  del

“BENE COMUNE”,  già   “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza”  ormai abbastanza nota almeno nell’ambiente degli “addetti ai lavori” anche se non ancora presso il grande pubblico.

Per concludere, credo che sempre, ma soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche, dovremmo tutti recuperare una “visione d’insieme” che ci porti a decidere in funzione del “vero scopo” e non delle beghe di partito personali o comunque a “corto raggio”.

Con l’augurio di riuscire tutti insieme a realizzare veramente un mondo migliore.

Ermanno Cavallini

per approfondimenti:

 

 

con il rischio di guerre anche nucleari che potrebbero arrivare perfino a cancellare tutta la vita intelligente sul pianeta, e comunque

 

 

la teoria economica e sociale del “BENE COMUNE” conosciuta anche come “CAPITALISMO A DOPPIA VALVOLA DI SICUREZZA”

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