Recensione: L’UOMO NELL’ALTO CASTELLO 4° stagione conclusiva.

Consiglio a tutti la visione di questa serie TV prodotta dagli amazon studios.

Molto valida sia come regia che per il cast degli attori , ha il suo punto di ulteriore forza nella sceneggiatura che alterna momenti di azione con altri di approfondimento introspettivo molto efficaci.

La storia ci narra di un universo parallelo che ha visto l’Asse come vincitore della seconda guerra mondiale. Gli Stati Uniti sono, in quel mondo, divisi tra la parte occidentale nazista, una zona neutrale e la costa orientale governata dal regime del sol levante giapponese.

Su questo sfondo si tessono le storie di diversi personaggi , appartenenti a tutte le fazioni in gioco.

Personaggi che l’evolvere degli eventi costringe spesso a considerare punti di vista molto distanti dal loro.

Il tutto è un viaggio che conduce perfino i leader delle varie fazioni dittatoriali a comprendere che la loro vita è assai misera anche se sono in posizioni di comando.

Ma la varietà sia dei personaggi che delle situazioni, ( spesso inusuali, ma sempre assolutamente verosimili) è davvero notevole e offre una “visione d’insieme” che raramente è presente in una produzione televisiva.

Il messaggio finale è che ogni soluzione “facile” è in realtà solo un ulteriore passo verso l’infelicità, sia collettiva che personale. La miglior strada sta non solo nell’accettare, ma nell’apprezzare la diversità (e in una certa misura anche i fastidi) che una società eterogenea e in continua mutazione ci offre.

E questo perché anche se non ce ne rendiamo sempre conto, gli aspetti positivi sono sempre maggiori di quelli di soluzioni più autoritarie o egoistiche.

Emblematici e profondi alcuni dialoghi come quello durante un incontro tra i due gerarchi, nazista e giapponese, quando il secondo ricorda al primo che ” i due imperi per cui adesso combattiamo, sono poco più che castelli di sabbia; solo la marea è eterna”.

E ancor più la scena finale, in cui il gerarca nazista si confronta con la moglie ed emerge il totale fallimento del motivo per cui lui aveva intrapreso quella strada di orrori celati, che era “proteggere la mia famiglia”. Una famiglia che invece ha distrutto in modo irrecuperabile.

Un ruolo importante è svolto dalla concezione di diversi universi paralleli in cui gli eventi seguono diverse strade.

Universi di solito ben divisi ma che in qualche caso, per cause mistiche o tecnologiche, permettono a vari personaggi dei passaggi dall’uno all’altro. Personaggi che possono così sperimentare come sarebbe stata la loro vita in un diverso contesto o se avessero fatto scelte differenti.

Il contatto tra il loro universo ed il nostro sta alla base della narrazione e permette di fare delle riflessioni non certo banali, rendendo tutta la storia assai verosimile.

Il messaggio finale (almeno quello che io credo di avervi visto) è che ognuno deve percorrere il suo cammino, stando ben attento a non scegliere “scorciatoie” che alla lunga lo imprigioneranno in un ruolo che lo porterà all’infelicità e a danneggiare le persone a lui care.

Personalmente trovo che sia una serie TV perfettamente in linea con la teoria economica e sociale del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” che la nostra associazione porta avanti per costruire un mondo migliore per tutti.

Giudizio finale 5 stelle su cinque, ne consigliamo la visione attenta e senza distrazioni.

Ermanno Cavallini

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