Nel 2012 mi trovavo ad essere presidente dell’associazione disoccupati provinciale, come tale, strinsi una collaborazione con la cooperativa Gerico di Fano.
Con questa cooperativa abbiamo fatto un esperimento , pienamente riuscito, di moneta complementare locale. I nostri disoccupati, presidente in testa, lavoravano da braccianti agricoli a chiamata , nella rete di piccoli produttori agricoli che riforniva la Gerico che aveva a sua volta, un supermercato di generi alimentari biologici e a km zero.
In breve i disoccupati venivano pagati regolarmente, ma poi liberamente ricompravano con metà dello stipendio ricevuto ( il presidente per dare l’esempio il 100%) , altrettanti buoni pasto della cooperativa, spendibili presso il loro supermercato. in due anni di funzionamento sono stati stampati 200 “buoni pasto” aventi modi di funzionamento che in pratica li facevano diventare una moneta complementare locale.
il valore era di 10 euro per ogni buono da 10 “billi” .
Dopo una prima fase in cui la gente era scettica e grazie a una discreta campagna mediatica, in breve anche soggetti terzi (parrucchiere, giardinieri etc..) accettavano i buoni in pagamento; in quel momento il “buono pasto ” diventava una vera moneta complementare locale.
I buoni avevano una velocità di circolazione molto alta e venivano comprati alla cassa della cooperativa anche per fare regali di compleanno e vari. In breve sono apparsi i primi falsari, tanto che abbiamo dovuto numerare e punzonare ogni singolo buono circolante.
Abbiamo avuto anche dei controlli della guardia di finanza, che hanno confermato come se pur di poco , fossimo nella piena legalità.
Da considerare che con soli 2000 “billi” circolanti, si riusciva a sostenere tre posti di bracciante agricolo a chiamata (circa 500 euro al mese) , e questo grazie alla veloce circolazione nell’economia reale.
Dopo due anni , la fase 2 prevedeva la stampa di un valore equivalente a 2 milioni di euro, ma la sola cooperativa non si è sentita di impegnarsi per un tale livello, richiedendo di coinvolgere almeno altre 20 aziende locali nell’esperimento. Le aziende non si sono trovate e l’esperimento dopo 2 anni e mezzo si è concluso.
L’insegnamento che personalmente ho appreso da questa esperienza è che la sola moneta non basta, è necessario disinnescare la funzione di “drenaggio di valore” presente nella attuale moneta di stato.
Questo perché l’euro ( e ogni altra moneta di stato oggi esistente) non è più vincolato ad un corrispettivo in oro ne ad altro tipo di valore reale.
Proprio per questo è nata la teoria economica e sociale del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” che risolve in maniera molto migliore il problema di mettere l’economia al servizio dell’uomo. Il mettere due “valvole di sicurezza” infatti non è che un innesco per operare attraverso una serie di meccanismi a catena una trasformazione dell’economia ( e del modo di pensare) , spostandone il focus dal livello di ricchezza al livello di benessere.
Come alla fine di ogni nostro articolo, offro in omaggio ai nostri lettori, una copia del piccolo libro che illustra la nuova teoria economica e sociale che la nostra associazione porta avanti per costruire un mondo migliore per tutti:
Clica qui per scaricare una copia gratuita:
Ermanno Cavallini
Penso che se si riadottasse la lira come seconda moneta, per la circolazione interna del denaro, sarebbe un’ ottima cosa. Non ci costringerebbe ad abbandonare l’Europa.
Questa esperienza della cooperativa di Fano, che ne è una anticipazione, la condivido come esempio, ma senza farne pubblicità perché credo che per gli alti livelli che il commercio aveva raggiunto, non sarebbe tanto di buon auspicio.
Bisogna arrivarci per capire.
Intanto c’è chi fa strada