RIFLETTERE INSIEME SULLE COSE IMPORTANTI

Oggi iniziamo un piccolo esperimento. Invece dei soliti articoli di approfondimento , abbiamo deciso di proporre solo degli stimoli di riflessione per attivare, se possibile, un processo di intelligenza collettiva, che è poi uno degli scopi principali della nostra associazione.

Ovviamente la partecipazione di chi ci sta leggendo è fondamentale per la riuscita dell’esperimento, per cui prego il lettore di esprimere liberamente, anche in dissenso, il proprio pensiero, argomentandolo.

Iniziamo dalla parola felicità.

Forse non è possibile definire cosa sia la felicità a livello individuale, ma sicuramente è possibile arrivare a definire cosa sia la felicità almeno per la media di una intera popolazione. Personalmente ritengo che richieda almeno tre requisiti, anche se potrebbero sfuggirmene altri. Questi sono: una buona disponibilità di beni e servizi, buone relazioni sociali, tempo libero adeguati per goderne.

Il sistema di leggi, regole ed economia, si giudicano più o meno buoni nella misura in cui permettono di raggiungere questi fini. Attualmente non mi sembra che questi strumenti siano tarati al meglio in questa direzione. Ma, d’altra parte, capisco che non lo potranno mai essere finché una sufficiente quantità di cittadini non avrà ben chiaro per cosa lottare (in modo non violento naturalmente) .

Gradirei molto sapere voi che leggete cosa ne pensate.

Ermanno Cavallini

17 risposte a “RIFLETTERE INSIEME SULLE COSE IMPORTANTI”

  1. Credo che molti di noi non abbiano la consapevolezza che si possa essere felici nella dimensione descritta e che spesso ritengano la felicità come assenza di dolore (salute fisica) ed edonisticamente come rincorsa al piacere fisico e al possesso di oggetti (consumismo).
    Credo che non venga quasi mai contemplata la felicità che deriva dalla serenità di tutti e che si veda il Male, la sofferenza come condizioni filosoficamente necessarie nella vita di tutti e che al dolore e alla morte siamo così poco preparati da non voler nemmeno affrontare la possibilità di poterli gestire in modo diverso che dal negarli, finché sia possibile.

    1. Grazie della tua interazione Daniela. probabilmente hai ragione, troppi considerano la felicità come semplice assenza di dolore fisico, psicologico o spirituale. Io non credo che sia cosi, e penso che queste persone se coinvolte in un percorso collettivo (di cui questo post è un timido e piccolissimo esempio), possano cambiare idea. in fondo la vita è un percorso di conoscenza che prevede che tutti prima o poi possano cambiare idea. A volte addirittura anche più volte. Ogni processo cognitivo passa attraverso l’analisi degli errori, il problema è quando non si impara dai propri errori, o lo si fa con eccessiva lentezza.

  2. Certo i tre requisiti sono una base condivisibile ma suggerisco inserire un punto che riguarda la formazione etico spirituale ; la guida attraverso cui gli altri punti divengano strumenti e non fine della vita di ogni uomo che transita brevemente sulla terra.
    Saluti nb

    1. Grazie della tua aggiunta Nicola. Forse La formazione etico spirituale avviene comunque durante la vita, solo che ognuno deve seguire la strada giusta per se. Ci sono persone pronte a quello che dici ed altre meno. Il nostro ruolo può essere al massimo di fornire degli “stimoli di riflessione”. poi ognuno ha la responsabilità delle sue scelte.

  3. … io ritengo che non ci può essere felicità senza verità e giustizia. Anche la salute gioca un ruolo importante.

    1. Grazie del tuo contributo Maria Cristina. Ma anche qui, temo che non abbiuano tutti la stessa concezione di verità e giustizia. Dobbiamo fare in modo di favorire l’elaborazione collettiva di questi temi a mio avviso.

      1. Altri , purtroppo non qui ma sui socialnetwork, mi hanno fatto l’obbiezione che non si può parlare di felicità perché per ogni individuo assume un diverso significato. Questo applicato ai grandi numeri, è un errore purtroppo molto frequente quanto grave che cercherò di spiegare. Non è un problema di libertà individuali, ma di legge delle probabilità! La mancata comprensione di questo concetto è una cosa che porta in un vicolo cieco. Cercherò di spiegarmi con l’esempio molto semplificato, della monetina. Dunque se tu hai una sola monetina e la lanci in aria non puoi prevedere se verrà testa o croce, ma sai che la legge delle probabilità ti da il 50% che venga testa e il 50% che venga croce. Se tu hai una sola monetina che chiameremo INDIVIDUO, la legge delle probabilità non ti è di nessun aiuto, perché sul caso singolo non è rilevante. Se invece (e qui facciamo molta attenzione) un miliardo di monetine, potrai sapere con un trascurabile scarto di errore che circa mezzo miliardo, tirato in aria, darà testa e il resto croce!
        Ricapitolando; con i grandi numeri non puoi sapere una particolare monetina che valore darà, ma saprai con ragionevole certezza che NELL’INSIEME uscirà quella quantità di teste o croci! Quello che ho cercato di spiegare è in estrema sintesi la differenza tra l’approccio deterministico (quello che segue la singola monetina) e quello quantistico (legge delle probabilità) che seguo io sul ragionamento della felicità! Tu non potrai mai sapere in che condizioni un singolo individuo è felice , ma puoi prevedere quali siano le condizioni in cui un intera popolazione sia mediamente felice!

  4. Ho 79 anni e mi sono lasciato convincere dall’onesta e dalle capacità che mano a mano vanno aumentando. dei 5 stelle. Perche’dico questo, semplicemente perché’questo loro atteggiamento onesto portera’ dei benefici a tutti., quindi cosa c’e’di più entusiasmante di vedere la popolazione più felice e più altruista?! Io nella vita ho avuto alti e bassi ma ho sempre riscontrato dei politici disonesti che pensavano solo ai proprii interessi, certamente essere felici con loro era impossibile. Spero che il mio ottimismo sia profiquo per le mie carissime nipotine e che possano essere più felici della mia generazione.

  5. FELICITA’ ahahaah che parola gia’ me fa’ ride ! io penso che la felicita’ esiste anzi e’ anche contaggiosa e secondo me andiamo male al mondo perche’ in verita’ tanta gente non la conosce o ha paura di essere felice che potrebbe anche significare (semplicita’) aahahah quindi chi e’ che oggi in questo mondo sfrenato puo’ permettersi di vivere semplicemente ? gli asceti ? gli eremiti ? quindi il contrario di quello che tu fai come domanda ossia l’altra faccia della medaglia la FELICITA’ COLLETTIVA ! ahahahah ma se uno di per se’ non e’ felice e non con (stronzate ) bada bene come fa’ a vivere felice con gli altri…..quindi insieme agli altri ? questo e’ un grande problema che ci vuole una bella scampagnata x risolverlo mangiare bere genuino guance da burino dopodiche’ facciamo una vera e sana DEMOCRAZIA DIRETTA = 1 vale 1 senza kapi ne’ fantasmi ne’ pecore e ne’ padroni e vedrai che potremmo vivere felici senza romperci i COJONI ! di mulo ahahahaha augh uri er mania

    1. Grazie Mario del tuo contributo. Tu consideri un punto di vista individuale, io ne propongo uno collettivo che si basa dulla legge delle probabilità composte che è una roba sia scientifica che matematica. Comunque prendo te ad esempio e ti faccio pure io una sana risata augh uri er manno 😉

      1. no no io se leggi bene divido in personale e collettivo ! ma come fa’ un collettivo ad esistere e vivere bene se ogni singola persona non sa quello che vuole ? questo e’ il dilemma essere o non essere x prima cosa ….altrimenti c’e’ solo una fabbrica di pecore somari o kapre e asini che belano e ragliano kapiscisti come la vedo . per cui o facciamo crescere gli individui con una vera e sana DEMOCRAZIA DIRETTA = 1 VALE 1 senza kapi ne’ idoli ne’ fantasmi ne’ pecore e ne padroni altrimenti sara’ NOJA perpetua nei secoli dei secoli gia’ vista e rivista aahaahahah augh uri er mania

  6. FELICITÀ di Antonio De Curtis “Totò”
    Vurria sapé che r’é chesta parola.
    Vurria sapé che vò significà
    Sarà gnuranza a mia, mancanza e scola
    Ma chi l’ha antish mai annuminà

    1. In Effetti Antonio , la felicità a livello individuale è un piccolo mistero, diverso da persona a persona. Pero a livello di collettività qualche cosa forse la possiamodire.

    2. Come Giustamente faceva anche Totò, dobbiamo continuare a chiederci cosa è la felicità e come raggiungerla. e questo sia sul piano collettivo che individuale. Che sono poi due facce della stessa medaglia…..

  7. La felicità in se rappresenta solo momenti di vita, relativi ad una serie di stimoli che in un determinato momento e nell’ambito di un determinato contesto coinvolgono i nostri sensi sprigionando positività, attimi di serena convivenza, l’incontro con una persona amata, il sorriso di un bambino, la scoperta di un luogo incantevole, la soddisfazione per avere raggiunto un obiettivo a cui si è dedicato lavoro e sacrificio con passione.
    Per cui la felicità non può essere una costante, ma frutto di episodi, di eventi e fatti che condizionano la nostra esistenza, e non è detto che vivere in determinati luoghi, in ambienti sani, in località tra comunità esenti da inquinamento e tensioni sociali, sia sinonimo automaticamente di felicità, in quanto si potrebbe soffrire di solitudine.
    Di conseguenza noi possiamo al massimo lavorare affinché questi episodi si possano ripetere con maggiore costanza nel tempo, migliorando le condizioni ambientali dei luoghi dove lavoriamo o conduciamo la nostra esistenza, cercando di migliorare la qualità della nostra vita.
    Ma in ogni caso sarebbe solo una felicità effimera, perché senza solidarietà tra le persone, senza un idea che coinvolga le comunità per costruire armonia nei rapporti con lo scopo di operare per il bene collettivo, nessuno di noi potrà mai essere pienamente felice, e così fino a quando intorno a noi ci sarà disgregazione sociale, miseria, sofferenza, odio e discriminazione.

    1. Si hai perfettamente ragione Sebastiano; “senza solidarietà tra le persone, senza un idea che coinvolga le comunità per costruire armonia nei rapporti con lo scopo di operare per il bene collettivo, nessuno di noi potrà mai essere pienamente felice”. Diciamo che ci sono due facce della stessa medaglia della felicità , quella individuale e quella collettiva. Dal punto di vista individuale ci sono molti modi diversi per essere felici (forse addirittura uno per ogni essere umano e per giunta che cambia da momento a momento). Dal punto di vista collettivo ci sono alcuni fattori statisticamente molto rilevanti. Tra Questi almeno tre sono sicuramente necessari (anche se forse non sufficienti) e sono una adeguata disponibilità per ogni essere umano di beni, servizi e buone relazioni sociali.

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