La ricchezza massima socialmente sostenibile, Un concetto fondamentale senza il quale non sarà possibile alcun futuro davvero migliore.

Dopo anni di studi, libri e articoli scritti e letti sul tema e confronti a volte anche estenuanti con le persone più diverse, mi sono reso conto che alla radice di tantissimi mali, tra cui le guerre, le crisi economiche e anche di un immaginario collettivo deviato, sta principalmente un solo, unico determinante fattore;
Il potere manipolatorio sul “bene comune” che una eccessiva ricchezza privata comporta.

I media nel 2016 ci hanno raccontato che gli 8 uomini più ricchi del mondo, guadagnano da soli come metà dell’intera popolazione globale di circa 3,5 miliardi di abitanti.
Solo questa informazione dovrebbe farci saltare agli occhi come la ricchezza non sia tutta uguale ne tutta ammissibile.
Esiste una ricchezza “sana” dell’individuo, che si traduce in benessere per se e per gli altri, come nel caso dei medi e piccoli imprenditori, che generano anche il reddito per i loro dipendenti.
Ma esiste anche una ricchezza “malata” molto più grande della prima, che da principalmente potere sugli altri uomini e in casi estremi anche su grandi collettività.
Dovrebbe saltare agli occhi di qualunque cittadino come sia terribilmente pericoloso che scelte che condizioneranno grandi masse di persone, possano esser prese più o meno dietro le quinte, da un numero ristretto di persone mosse principalmente dall’interesse personale.
E questo a prescindere da quanto onestamente siano state raccolte le ricchezze che permettono le azioni di lobby o nei casi peggiori la corruzione vera e propria a danno del bene comune.
Questo è quello che oggi avviene purtroppo, in un mondo in cui il potere economico di fatto prevale su quello politico in modo sempre più evidente e importante.
E’ chiaro perfino ad un bambino che in molti casi l’interesse della grande finanza internazionale non può coincide con quello dei popoli, eppure nessuno sembra voler sollevare il problema.
Come è evidente che “il mercato” a cui gli stati consegnano ormai più della metà delle tasse raccolte dei loro cittadini, sia ogni giorno sempre più governato attraverso un sistema di scatole cinesi sempre da un numero più ristretto di persone.

Dobbiamo essere onesti, In questa dinamica esiste però anche una responsabilità dei singoli cittadini che spesso preferiscono più o meno consapevolmente, una “servitù volontaria” alla responsabilità di doversi mettere in gioco e prendere in mano la vera responsabilità della propria vita.
Ha ragione chi sostiene che in fondo “ogni popolo ha la classe dirigente e il governo che si merita”.

E’ ora giunto quindi il momento di riuscire a meritarsi anche come semplici cittadini, un futuro migliore.
Come farlo? Con piccoli passi, tuttavia coerenti e tenaci di cui il primo può anche solo essere riflettere e far riflettere su questo semplice ma basilare concetto;

Non è accettabile che privati cittadini siano talmente ricchi da condizionare l’interesse della intera collettività.

Un concetto cardine della nuova teoria economica e sociale del “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza” che stiamo proponendo come stimolo di riflessione anche ad ognuno di voi che in questo momento ci legge.

Questa teoria si può trovare su qualunque motore di ricerca o leggendo l’omonimo libro pubblicato nel 2016.

Lo store dove è possibile acquistare il libro.

Ermanno Cavallini

4 risposte a “La ricchezza massima socialmente sostenibile, Un concetto fondamentale senza il quale non sarà possibile alcun futuro davvero migliore.”

    1. Nel video che proponi Francesco , Carmelo Bene parla di affrancamento dal lavoro, questo è un tema complesso che ha sia aspetti positivi che negativi, direi che va un pensato un sistema che incentivi a lavorare senza costringere, soprattutto in un contesto in divenire con la rivoluzione delle macchine dove pur in presnza di tutta la produzione necessaria potrebbe non esserci piu lavoro per tutti, neanche se lo volessimo.

  1. La politica che sceglie come fine il pareggio di bilancio a scapito del bene comune, dell’uomo con i suoi bisogni, si taglia le gambe da sola. L’economia è il mezzo per raggiungere il fine, quindi non c’è da sorprendersi se si ricorre alla speculazione ed altre forme di sfruttamento umano pur di fare soldi. Se invece lo scopo della politica fosse l’uomo con il reddito minimo di cittadinanza, allora le regole (fiscali e bon solo) della economia sarebbero più etiche.

    1. Certo Matteo , proprio per cambiare il “fine ” dell’economia è nata questa nuova teoria economica e sociale, non più la ricchezza ma la qualita della vita devono essere il nuovo fine verso cui tendere.

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