I PARADISE PAPERS ED IL PROBLEMA DEGLI ANCORAGGI MENTALI

E’ notizia di oggi che anche anche il campione di Formula Uno  Lewis Hamilton,  e perfino la regina d’Inghilterra, come molti altri miliardari e alti funzionari prima di loro, hanno eluso e ancora continueranno ad eludere le tasse grazie ad apposite scappatoie legali previste nelle normative dei rispettivi stati di appartenenza.

Il vero problema quindi non è tanto che “loro” eludono, ma che noi che ne siamo danneggiati gli permettiamo di farlo!

Noi che soffriamo di questa sottrazione di risorse siamo il 99,99%, eppure agiamo come ipnotizzati da un mito del successo che in realtà ci danneggia!  Molti di noi fino ad oggi hanno giustificato più o meno inconsciamente la tutela degli interessi dei miliardari, perché in fondo lo facevano per salvaguardare il sogno di diventare un giorno come loro. La “trappola mentale” porta a farti pensare che anche se sei povero o anche semplicemente benestante, devi “proteggere” gli interessi dei miliardari perché una parte di te crede di proteggere lo status a cui tu speri un giorno di arrivare.

Forse è giunta l’ora di riflettere insieme su cosa sta veramente alla radice di questo problema che sottrae ingentissimi fondi a strade, ospedali e più  in generale al “bene comune” di tutti. Tutti sappiamo che chi è veramente molto ricco ha anche un potere di “lobby” molto forte sulla politica e di conseguenza sul processo di formazione delle leggi. Questo inevitabilmente porta a fare in modo che la stessa formulazione delle leggi, a prescindere dalle apparenze, preveda delle scappatoie legali per tutta questa categoria di persone. Come dimostrano tutti gli studi di economia più recenti a cominciare da  Piketty   con il suo “Capitalismo del XXI secolo” e per finire con il Premio Nobel  Stiglitz  con i numerosi libri e ricerche che ha pubblicato. Tutti gli studi di macroeconomia più aggiornati dimostrano non solo che il divario tra classe media e ricchi è aumentato, ma che è destinato ad aumentare ancora impoverendo progressivamente la classe media.  Questa tendenza, secondo molti studi tra cui anche quella del prof.  De Masi, è destinata ad aumentare in maniera ancora più forte nei prossimi anni a causa della Quarta rivoluzione industriale . Una innovazione che già solo in Italia ridurrà di circa 5 milioni i posti di lavoro disponibili entro il 2025. Posti di lavoro che verranno a mancare principalmente alla classe media.  Forse è il momento di mettere in discussione alcuni “ancoraggi mentali, oggi non più utili, su cui fino ad oggi abbiamo costruito la nostra visione del mondo. Tutti sappiamo che la mente umana non è in grado di gestire contemporaneamente ed in “tempo reale” l’enorme complessità dell’universo, ecco allora che l’evoluzione ci ha dotato di un meccanismo di “semplificazione della realtà” che ha funzionato perfettamente fino ad oggi, ma che in un mondo globalizzato dove spesso le cause sono molto distanti dagli effetti, rischia di divenire una trappola auto imposta.

Una volta riflettuto su questo, un altro grosso problema è come evitare che i “ricchissimi” plagino in maniera invisibile, ma molto efficace, l’intero sistema a favore di quelli che percepiscono come i loro immediati interessi. Qui le risposte sono essenzialmente due da mettere in atto simultaneamente: la prima è trasmettere la nuova consapevolezza acquisita ai nostri parenti e conoscenti realizzando cosi un “effetto a catena” virtuoso che aumenti la “massa critica” di persone con piena coscienza del problema. La seconda è premere sui nostri delegati eletti, che si occupano dell’emanazione di nuove leggi o della modifica di  quelle esistenti.  Infatti la politica è sì condizionata dall’azione di   “Lobby”   (o peggio di corruzione) di chi ha un potere privato molto grande;  ma non può prescindere dal consenso popolare, almeno nel momento della loro elezione. Diventa allora fondamentale per ogni cittadino non solo andare a votare, ma svolgere un controllo attivo su chiunque abbia eletto per vigilare che  sia e resti fedele al mandato avuto dagli elettori!   La politica quindi non più come “cosa che non mi riguarda”, ma come dovere civico e tutela del proprio interesse. Un interesse a cui dedicare, anche solo con funzione di controllo, un po’ di tempo ogni giorno della settimana. Un’ultima considerazione sulla condizione dei “super ricchi”, da molti considerata invidiabile, che forse, se si approfondisce, non lo è poi cosi tanto.    Molti studi della moderna psichiatria, nonché della psicologia, definiscono una   sindrome Hubris che affligge i molto ricchi , simile in alcune sue parti a quella da gioco d’azzardo. Queste persone tendono a non stimare più se stessi per quello che sono ma solo attraverso quello che hanno ed in particolare attraverso il potere che riescono ad esercitare sugli altri. Un famoso boss della malavita ebbe un giorno a dire che “comannare è meglio che fottere”, questo dimostra quanto fosse malato e in una certa misura vittima del suo stesso potere. In una società sana ed equilibrata, anzi, “comandare” vuol dire prendersi delle responsabilità in più degli altri, il che non è sempre conveniente.

Queste considerazioni vedono la loro naturale evoluzione nella teoria economica e sociale del  “Capitalismo a doppia valvola di sicurezza”, la cui  breve spiegazione è disponibile anche in apposita pagina di questo sito.

Sperando di aver trasmesso degli utili stimoli di riflessione,  e senza pensare di aver certo esaurito il tema, un caldo saluto dal vostro

Ermanno Cavallini

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